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Antonio Cavallazzi. La storia come progetto per il futuro

Antonio Cavallazzi. La storia come progetto per il futuro

Quando

20/09/2024 - 28/09/2024    
3:30 pm - 7:30 pm

Titolo mostra: Antonio Cavallazzi. La storia come progetto per il futuro

Artista: Antonio Cavallazzi

Curatela: Matilde Bonicelli Della Vite

Date mostra: 20 settembre – 28 settembre 2024

Catalogo: scaricabile gratuitamente dal sito web https://culturabrembana.com/ dal 20 settembre o anticipatamente, su richiesta scrivendo a bonicellidellavitematilde@gmail.com

Luogo: Centro Storico Culturale “Felice Riceputi” Villa Funicolare di San Pellegrino Terme (BG), in Viale della Vittoria n. 49

Orari: da martedì a sabato 15.30/19.30 altri giorni e altri orari su appuntamento ingresso libero

 

Il “Centro Storico Culturale Valle Brembana” nasce nel 2001, opera nel campo storico, artistico e culturale al fine di valorizzare e promuovere il patrimonio intellettuale della Valle Brembana. La mostra Antonio Cavallazzi. La storia come progetto per il futuro ha come protagonista un architetto milanese del primo Novecento che contribuì, attraverso importanti opere, alla crescita del Comune di San Pellegrino Terme. Per questi motivi la mostra si sposa perfettamente con gli ideali del Centro Storico Culturale.

L’iniziativa nasce grazie alla volontà di Alberto Quarenghi nell’ambito di una ricerca attorno alla figura del nonno Francesco Merino Quarenghi, è venuta in luce l’esperienza architettonica di Antonio Cavallazzi. Il Dott. Merino Quarenghi, promotore della medicina ippocratica naturale, ha affidato a Cavallazzi la ristrutturazione della Casa di famiglia per istituire un centro di cura; la profonda sensibilità di queste due figure ha prodotto un risultato che sembra essere fissato nella eternità, senza tempo: tutto sembra ruotare attorno a quel principio primo che trova nelle diverse discipline scientifiche, filosofiche, artistiche, gli strumenti della sua scoperta. Oltre che architetto Antonio Cavallazzi era anche artista, come si può ammirare nelle decorazioni delle facciate e degli edifici da lui progettati. La mostra si vuole proporre come un percorso per inquadrare la figura di Antonio Cavallazzi nei primi del’900 e del territorio di S. Pellegrino nel suo momento di maggior espansione e ricchezza; con il fine ultimo di arricchire il fruitore riguardo al territorio nel quale è presente e far conoscere un artista eclettico come Cavallazzi. Il percorso espositivo sarà sviluppato attraverso le opere di Cavallazzi realizzate in Val Brembrana e a San Pellegrino; l’originale studio da lui dedicato alla ricerca filologica delle epigrafi etrusche, celte, pelasgiche. Con una parentesi su Antonio Cavallazzi e l’architettura del cemento armato, di cui approfondisce in modo proficuo e geniale lo studio. Il visitatore sarà guidato lungo un preciso percorso architettonico e artistico, con il proposito di rinvigorire la consapevolezza sull’enorme ricchezza che risiede nel nostro passato. In questo studio è stato molto utile il contributo della professoressa Giovanna D’Amia, che ha aiutato nella ricerca di documenti e informazioni. La professoressa interverrà personalmente come relatrice all’inaugurazione della mostra, prevista il 20 settembre alle ore 18.30.

Note biografiche Antonio Cavallazzi (Milano 1879, 1929) dopo gli studi classici si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1904, distinguendosi tra i suoi colleghi. Nel 1906 partecipa all’Esposizione di Milano progettando numerosi padiglioni, ricordiamo il Padiglione della ditta Fontana & C, ha contatti anche con il giovane architetto Orsino Bongi, importante esponente dello stile Liberty Italiano. Nel 1905 l’ing. Carlo Bianchi e Antonio Cavallazzi istituiscono e dirigono la rivista <<L’Architettura Italiana>>. Nel 1909 inizia la carriera di professore come assistente alla Cattedra di Disegno del Politecnico di Milano e alla Scuola dei Periti Edili di Milano. Tra i corsi da lui tenuti si evidenziano anche quelli inerenti alla Storia della Architettura. A partire dal 1906 Cavallazzi e Bianchi si dedicano principalmente a opere di edilizia residenziale. Sul periodico da loro diretto sono publicati alcuni progetti realizzati da Cavallazzi stesso. Vinse contemporaneamente il Premio Clerichetti, e qualche anno dopo, uno dei concorsi Garibaldi del Colleggio Ingegneri Architetti di Milano. Lavoratore instancabile, non trascurò mai lo studio professionale. Menzioniamo la sua opera artistica personale sempre alla ricerca di ispirare l’ornamentazione a concetti moderni e a formule nuove, conservando comunque la forma classica. Si dedicò a studi sulla scienza delle costruzioni ed in particolare allo sviluppo di originali metodi con l’uso del nuovo materiale cemento armato (per esempio ideò il metodo diagonal e semi diagonal Cavallazzi per la posa di solai ad ampia superficie); impegna il tempo libero con ricerche archeologiche e filologiche Luigi Santarella in “In memoriam” scrive <<Visse quasi trincerandosi nel modesto localetto che chiamava il suo regno, ove dalle ricerche archeologiche che lo facevano apostolo della grande arte dei secoli passati assurse a indagini di indole assai diversa, ma pur colle precedenti in stretto vincolo di parentela […] L’arch. Cavallazzi è stato troppo presto sottratto all’affetto degli amici ed alla sua arte; la sua magnifica attività è però un monito per i giovani architetti e insegna una nuova via>>. Come architetto, tra le tante costruzioni che ci ha lasciato, e che provano il suo valore come artista e come tecnico, ricordiamo la casa Besana in via Boschetti, le case Turba in via Plinio; la casa Carenzio in via Morgagni; la Banca di Credito in via S. Maria Fulcorina; il gruppo di case Coop. Lo Sport Club Acquabella in via Moretto da Brescia, l’Asilo Uboldi a Paderno Dugnano. Le case De Orchi in via Mantegna; le edicole Sacchetti, Dondena, de Finetti, al Cimitero Monumentale di Milano; le ville Dondena a Civello; Besana a Missaglia; Rudoni a Brunate; Dusi a S. Giovanni Bianco; le Terme di S. Pellegrino; i ponti a S. Pellegrino e Cremeno.

Giovanna D’Amia è professore associato in Storia dell’architettura presso il Politecnico di Milano. Il suo campo di ricerca riguarda temi legati alla cultura dell’abitare, ai processi di trasformazione della città e alla storia della storiografia architettonica. La professoressa D’Amia si occupò di Antonio Cavallazzi nell’ambito di una tesi triennale.

Matilde Bonicelli Della Vite è laureata in Valorizzazione e Conservazione dei Beni Culturali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Alberto Quarenghi è responsabile dell’ufficio tecnico dell’ Istituto Clinico Quarenghi. Nel corso degli ultimi anni si è interessato alla esperienza del nonno medico Francesco Merino Quarenghi e da questa ricerca nasce l’interesse per l’Architetto Antonio Cavallazzi.